Aprire una farmacia è un processo lungo e complesso, ripagato, però da ottimi successi sia economici che lavorativi. Avviare una farmacia, infatti, non è come aprire una qualsiasi altra attività commerciale, ma richiede conoscenze manageriali, burocratiche e competenze specifiche.
Poichè rientra nelle attività sanitarie che si interfacciano col pubblico, infatti, si devono rispettare una serie di parametri e c’è bisogno di seguire un preciso iter per la creazione di questo tipo di attività commerciale.
In particolare, per diventare il proprietario di una farmacia, si possono scegliere 3 vie diverse: aprire una farmacia privata, gestire una farmacia comunale, rilevare una attività già esistente.
La farmacia comunale permette di svincolarsi da tutti gli obblighi di selezione che sono richiesti per aprire una farmacia privata, ovvero la presenza di una ogni 3300 abitanti e la sede in una zona che non è già servita da un’altra farmacia. L’acquisizione di una farmacia comunale, però, prevede la partecipazione ad un concorso, che dilata ancora di più i tempi previsti e, inoltre, non fornisce garanzie di successo.
Rilevare una farmacia già esistente, invece, risulta la via più veloce e semplice per raggiungere il proprio obiettivo, ma proprio per questo motivo è anche la meno conveniente economicamente. Si deve poi tener conto che, anche se si dovesse trovare una possibilità di acquisto, questo potrebbe non essere confacente al cento per cento con le proprie esigenze e preferenze, in termini di struttura e sede del locale.
L’ultima possibilità è quella di aprire una farmacia nuova, rispettando i criteri di selezione e procurandosi tutta la documentazione necessaria alla nuova attività commerciale.
Per aprire una farmacia nuova, è necessario designarne un proprietario, che può essere sia un singolo individuo (società individuale), che una collettività di individui (società in nome collettivo) o dalla collaborazione di più soggetti che forniscono i fondi necessari ad avviare l’attività (società a responsabilità limitata).
Costituire una società è quindi una condizione necessaria. Non lo è, invece, che il proprietario sia un farmacista, ovvero un laureato in farmacia. È però necessario che chi vende i farmaci all’interno dell’attivitá sia laureato in farmacia o chimica e tecnologie farmaceutiche e che sia iscritto al proprio albo di appartenenza. Quindi, qualora il proprietario designato non dovesse rispettare queste caratteristiche, bisognerà assumere un farmacista laureato.
I costi per aprire una farmacia sono numerosi e di diversa natura. Vanno, per questo, analizzati separatamente.
I costi legati alla burocrazia e fisco consistono in:
- Acquisto della licenza;
- Canoni di locazione o importo legati all’acquisto dei locali;
- Pagamento dell’IVA per tutte operazioni di acquisto.
I costi per l’avvio dell’attività riguardano:
- Spese di pubblicità e comunicazione di avvio attività;
- Spese di inaugurazione;
- Acquisto dei primi prodotti da disporre per la vendita;
- Sistemi informatici per la gestione delle vendite e dello stoccaggio.
Infine, ma non per ultimi, ci sono le spese legate al locale ed alla sua ristrutturazione, che sono anch’esse numerose:
- Acquisto o affitto di un locale commerciale (che prevede anche una caparra);
- Impianto elettrico, idrico e di videosorveglianza;
- Acquisto di attrezzature elettroniche e digitali, come computer e macchinari sanitari;
- Arredamento specifico per farmacia (banconi, scaffali, espositori, banco per preparazioni galeniche, cassettiere per i farmaci);
- Attrezzature per laboratorio o per trattamenti;
- Acquisti delle insegne e delle relative autorizzazioni per la posa.