Oggi c’è sempre più attenzione al comfort dei dipendenti. Un aspetto da tenere in considerazione è l’illuminazione nei luoghi di lavoro: è fondamentale non solo per la salute dei lavoratori ma influisce anche sulla loro produttività.
In Italia l’illuminazione negli ambienti di lavoro è regolamentata dal Testo Unico sulla Sicurezza nei Luoghi di Lavoro (DM 81/2008) che a sua volta demanda gli aspetti attuativi alla normativa europea UNI-EN 12464-1 aggiornata al 2011.
Vediamo come disporre nel modo corretto della luce.
Come disporre la luce
Su come disporre la luce in ambienti lavorativi ci sono due cose in primis da evitare: l’abbagliamento e la scarsa luminosità. Numerosi dettagli tecnici che possono fare la differenza tra un ambiente di lavoro confortevole e uno che invece affatica la vista procurando malessere a breve e lungo termine.
Bisogna calcolare nel modo corretto la quantità di luce necessaria nella cosiddetta task area, o zona di compito visivo (nel caso di un ufficio, la scrivania per esempio), quella per l’area circostante in una fascia di 50 cm, e quella nell’area di sfondo. Evitare l’abbagliamento all’interno del campo visivo, che provoca problemi immediati come difficoltà di visione, e prolungati, come mal di testa o malessere. L’abbagliamento può essere di due tipi: diretto o riflesso, sul piano di lavoro oppure sullo schermo del monitor.
Ultimo aspetto da tenere in considerazione è la luce naturale ambientale: è sicuramente fattore di benessere psicofisico, motivo per cui nella progettazione di uno spazio di lavoro sarebbe importante prevedere ampie finestre, ma occorrono anche sistemi di schermatura e oscuramento che limitino i fenomeni di riflessione e abbagliamento, il tutto considerando che le condizioni di luce naturale ambientale durante la giornata cambiano continuamente e anche in modo sostanziale. il corretto equilibrio tra luce diretta e indiretta. Sono consigliati i sistemi che permettono una regolazione individuale della luce, come per esempio gli apparecchi dimmerabili.